Sala

 Virginia Volterra

 

 

Per una nuova descrizione della LIS, 30 anni dopo

Virginia Volterra
Istituto di Scienza e tecnologie della Cognizione 
del CNR Roma


 

 

 

 

Abstract
In questa relazione riassumerò brevemente la prospettiva che ha guidato nel passato la prima descrizione linguistica della LIS e i motivi storico-sociali che l’avevano determinata. All’inizio ci sforzavamo di analizzare la lingua secondo strutture e categorie prese in prestito dalle lingue parlate e soprattutto da quelle che possiedono un sistema di scrittura di tipo alfabetico, mentre la prospettiva teorica che adottiamo oggi, muove proprio dalle caratteristiche peculiari della LIS che sembrano poter essere spiegate sulla base di alcuni assunti fondanti della linguistica cognitiva. Anzi, le proprietà semiotiche e le caratteristiche strutturali delle lingue dei segni contribuiscono a evidenziare e rafforzare aspetti analoghi delle lingue vocali, spesso trascurati e solo recentemente valorizzati e descritti. Spiegherò poi la prospettiva teorica della nuova descrizione della LIS alla quale sto lavorando con colleghi sordi e udenti  (Di Renzo, Fontana, Roccaforte) e con un coinvolgimento attivo della comunità in varie forme, illustrando alcuni principi fondamentali del nuovo modello socio-semiotico da noi adottato: 

-        La continuità azione - gesto - linguaggio evidente nell’origine di tutte le lingue, parlate e segnate e quindi anche della LIS;
-        La centralità delle componenti corporee, non solo manuali, da considerarsi parti della lingua che costituiscono i segni, il loro valore semantico e il loro combinarsi in unità lessicali;
-        Il ruolo che iconicità e arbitrarietà hanno in diversi momenti e su diversi piani sia nella strutturazione degli elementi che del processamento linguistico;
-        Una attenta considerazione delle diverse tipologie linguistiche, con particolare riferimento alla combinazione delle unità di senso tra loro nella LIS e ai processi che regolano la formazione di enunciati in coerenza con le funzioni semantiche.  
-        Il principio per cui la descrizione di una lingua non può assolutamente prescindere dalle caratteristiche della comunità che la usa e che ne determina norme e mutamenti nonché da una conoscenza dei prodotti artistici e dei valori culturali che attraverso questa lingua vengono creati e trasmessi.

Profilo biografico:
Dirigente di ricerca del CNR in pensione è attualmente associata all’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione – CNR di Roma. Dal 2008 è Honorary Fellow presso University College London. Ha svolto ricerche pionieristiche sulla Lingua dei segni italiana e sul ruolo del gesto nell’acquisizione del linguaggio. Ha collaborato con laboratori di ricerca sulle lingue dei segni in diverse parti del mondo (tra cui Gallaudet University, Salk Institute, DCAL).
Per il Mulino ha curato nel 1987 il primo volume di descrizione della LIS, nel 2006 ha pubblicato con Caselli e Maragna il volume Linguaggio e Sordità e nel corso degli anni ha collaborato alla stesura di diversi capitoli per manuali di psicologia del linguaggio, psicologia dell’educazione e di neuropsicologia. È autrice di oltre duecento pubblicazioni con editori internazionali e nazionali.

 

FP Aug 2018

 

 

 

 

I segni non uccidono la parola: Proposte circa il ruolo della lingua dei segni nell'epoca degli impianti cocleari

Francesco Pavani

1. Centro Interdipartimentale Mente/Cervello (CIMeC), Università di Trento, Italia
2. Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, Università di Trento, Italia

3. Centre de Recherche en Neurosciences de Lyon, Lione, Francia

 

 

 

 

 

 

Abstract

Gli impianti cocleari sono uno dei più importanti successi biomedici degli ultimi decenni. Offrono una parziale recupero dell'esperienza acustica ed una opportunità senza precedenti di accesso alla lingua orale per molte persone sorde. Gli impianti cocleari non trasformano però la persona sorda in una persona udente. La ricerca scientifica ha mostrato in questi anni la grande variabilità delle competenze nella lingua orale e scritta nelle persone sorde con impianto cocleare. In molti casi, l'impianto cocleare da solo potrebbe non essere sufficiente per promuovere il pieno accesso alle lingue orali e scritte. In questo contesto di vantaggi e limiti dell'impianto cocleare si inserisce la possibilità che le lingue dei segni possano svolgere un ruolo molto utile nel promuovere il pieno sviluppo linguistico nella persona sorda. Nella mia relazione approfondirò questa ipotesi di convivenza fra impianti cocleari e lingue dei segni, presentando risultati di ricerche di psicologia sperimentale e neuroscienze cognitive. 

Profilo biografico:
Professore Ordinario di Psicologia Generale all’Università di Trento. Lavora presso il Centro Interdipartimentale Mente/Cervello (CIMeC) e coordina il programma di Dottorato in Cognitive and Brain Sciences del CIMeC. E’ affiliato anche al Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive (DiPSCo) dell’Università di Trento, al Centre de Recherche en Neuroscience de Lyon (CNRL) in Francia. Dal 2006 si occupa di percezione ed attenzione multisensoriale nelle persone con sordità e ipoacusia, con o senza impianto cocleare. In questo ambito, coordina dal 2017 il progetto VIRTUALHEARING3D finanziato dalla Agence Nazionale de la Recherche (Francia) presso il presso il CNRL di Lione. Nel 2017 ha ricevuto assieme ad Alessandro Farnè il Premio “Neuroscience 2016” della Fondation Medisite (Francia). E' autore di oltre 70 pubblicazioni su riviste internazionali e co-autore di due monografie sulla percezione multisensoriale, una in italiano (Bruno, Pavani & Zampini, “La percezione multisensoriale”, Il Mulino, 2010) ed una recente in inglese (Bruno & Pavani, “Perception: a Multisensory perspective”, Oxford University Press, 2018).